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RETE delle IMPRESE della DIASPORA ALBANESE in ITALIA
MD Vat Marashi

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Vat Marashi: Un medico al servizio della sua comunità
 
Ci sono km di distanza che separano Firenze da Milano e dalla Basilicata eppure quando si tratta della sua comunità Dottor Vat Marashi i km li accorcia e li trasforma in minuti di distanza. É cosi che ha cominciato il suo viaggio di “lavoro” anche oggi con lo spirito di unità che lo distingue.
 
A Milano un incontro con i responsabili della appena nata Rete degli Imprenditori Albanesi, già presente in Italia, e pochi mesi fa inaugurata anche a Milano, di cui noi di International avevamo già parlato.
 
http://www.internationalwebpost.org/contents/Lind_Rrjeti_i_biznesmeneve_Shqiptare_ne_Milano_3462.html#.VxTfmnpS50I
 
Eletto responsabile della rete imprenditori d’Italia, Dottor Marashi non si ferma ma porta avanti il suo lavoro con impegno e devozione. Oggi deve presentare al responsabile di Milano Agim Kurti e all’imprenditrice Alma Abdihoxha, la nuova piattaforma della rete e le nuove coordinate per avviare il lavoro.
 
RIDAI(Rete Imprenditori Degli Albanesi in Italia) é pronta al suo rilancio. Ci tengo a sottolineare, dice Marashi che RIDAI sta per, ridami l’onore, questo sarà il logo dell’identificazione delle imprese albanesi in Italia. Milano parte con 7 imprese e si darà come obbiettivo di allargare la rete in più imprese. L’appuntamento si svolge presso il Ristorante “Il Gambero” a Milano dell’Imprenditore albanese Agim Kurti che vive a Milano da 25 anni. E’ anche questo l’utilità della rete, sottolinea Marashi, visitiamo e apprezziamo il lavoro dei nostri connazionali, la rete ci aiuterà a lavorare insieme per tutti noi e non solo per noi stessi.
 
“Se non facciamo per noi stessi, per la nostra comunità, come possiamo fare per gli altri”, - mi dice, con gli occhi che li brillano di ottimismo e una gioia indescrivibile che esprime nel raccontare dei suoi viaggi pieni di appuntamenti con persone e storie uniche, incredibili, lasciati un’pò nel loro tempo e che aspettano il momento giusto per essere raccontati, ma anche la persona giusta e quella persona altro non è che Vat Marashi, colui che si è sempre battuto nello scavare e raccontare l’identità di un popolo che sembra andando perdersi ma con un po’ di buona volontà, che in lui non manca, non solo si recupera ma si riaccende nel suo brillante luce, nella sua più incredibile storia che l’umanità mai vorrebbe perdere. E’ nel suo viaggio verso la Basilicata che va a recuperare ciò che solo lo attende, la ricchezza e il patrimonio del popolo arberesh che altro non desidera che costruire i legami mancati con il resto della sua stessa terra e comunità. Come si può fare se non attraverso questa nuova rete, nata per idea di Naim Dedushaj, Direttore per gli investimenti e le ricerche nel Ministero della Diaspora del Kosovo, come una grande opportunità non solo per gli imprenditori stessi ma anche per tutta la comunità albanese nella diaspora. Vat Marashi e tutti gli altri coordinatori e imprenditori portano avanti questo lavoro con passione e credono ce solo cosi la Diaspora albanese sarà trattata come una sola e inseparabile. Il suo racconto lo comincia da un Principe andato perduto, il Principe di Mirdita che era stato molto vicino alla famiglia di Gonxhe Bojaxhi quella che tutto il mondo conosce come madre Teresa di Calcuta, l’espressione più viva dell’umiltà e l’umanità che il mondo abbia mai conosciuto.
 
“Eh si, perchè lei quella donna piccola e sensibile, quella davanti a cui il mondo intero si inchina era una donna albanese, una figura importante che porta in alto il nome del nostro paese a cui noi dobbiamo aggrapparsi, per poterci andare fieri, per poter guardare lontano noi albanesi”, - dice Dottor Marashi.
 
E si va lontano, dietro nel tempo fino al tempo di Gjergj Kastrioti Skenderbe, nostro Eroe Nazionale, figura importante nella guerra contro gli ottomani nel 500 e non solo per il nostro paese ma anche per altri paesi d’Europa che portano nelle piazze più importanti la sua statua, proprio come quella in P.zza Skenderbe a Tirana. Ci porta agli Arberesh, il Dottore, gli immigrati albanesi che approdarono in Italia nel XV e XVI sec. Immigrati dopo la morte del nostro eroe nazionale e stabiliti in Basilicata, Calabria e la piana degli albanesi in Sicilia fino ad arrivare agli ultimi essodi del XVIII Sec. Nelle provincie di Pavia e Piacenza.
 
Si chiamano Arberesh perchè l’Albania si chiamava Arberi quando loro hanno dovuto lasciare la loro patria. Oggi si contano quasi 260 000 Arberesh che parlano la lingua albanese in Italia. Una particolarità che distingue questo popolo è la loro capacità e la loro perseveranza nel mantenere non solo la lingua, la cultura i costumi popolari albanesi ma anche nel ricordare ogni festa, ogni data importante e il mantenimento della loro religione Cristiano- Ortodosso-Bizantino. Delle loro tradizioni parlano linguisti, storici e letterari non solo dell’Italia e Albania ma anche del mondo. Si raccontano le feste che loro festeggiano come mai succede con la comunità albanese odierna, loro festeggiano l’11 gennaio, al ricordo del Eroe Skenderbe, di questo parla anche l’articolo recente del talentuoso video-reporter e giornalista albanese, Arber Agalliu che tiene non per caso anche il nome della loro/nostra patria . http://frontierenews.it/2013/02/tradizioni-albanesi-custodite-dalle-comunita-arberesh-in-italia/
 
Tornando alla chiacchierata con Dott. Marashi, dopo esserci perduti nella storia degli Arberesh, riportiamo ai giorni nostri altre attività e impegni che lui ha intrapreso e ha svolto negli anni di immigrazione sia in Italia che Albania. Là nel suo paese il Dottore è sempre stato impegnato non solo nel suo lavoro come medico, portando sempre campagne di prevenzione e cura per la popolazione di varie città ma il suo grande lavoro e stima lo riporta qui in Italia, proprio nella città dove vive da 22 anni, Firenze. Conosciuto come Presidente del Consiglio degli Stranieri della Provincia di Firenze l’albanese Vat Marashi (eletto nella lista ’Albania in Toscana’) dal 2008 è da anni che svolge un lavoro di estrema importanza per la comunità albanese in Toscana. Tramite la sua Associazione “L’Albania in Toscana” creata nel 1996 svolge numerose attività riguardanti maggiormente le tematiche d’inserimento degli albanesi (alloggio, lavoro, scuola, sanità, questioni legali ecc) nel tessuto cittadino. Il lavoro si è rivelato difficoltoso, dice Marashi – per via del contrasto tra le esigenze degli albanesi e le risposte istituzionali e dei mass media, che alimentavano la diffidenza e il rifiuto verso gli albanesi nei loro primi anni di immigrazione in Italia.
 
E’ suo l’articolo del 21 marzo 1997, intitolato “Noi, nuovi ebrei del duemila” dove si critica “l’accoglienza riservata agli albanesi scappati da una guerra civile sanguinosa. Donne, uomini e bambini chiusi in campi recintati, trattati come animali già perseguitati da una stampa che non lasciava spazio alla riflessione.
 
Nonostante i problemi, noi come Associazione siamo riusciti a collaborare con vari istituzioni come; il Comune di Firenze, la Provincia, Regione Toscana, i Quartieri, la Conferenza Permanente dell’Immigrazione, Consiglio Territoriale d’Immigrazione, Università degli Studi di Firenze, Fondazione Michelucci, le Ong ecc.. La sua associazione realizza anche corsi di formazione per mediatori culturale e conferenze sulla lingua e la cultura albanese, di cui lui stesso ha una profonda conoscenza.
 
Sua è stata l’iniziativa più grande e importante per la cultura albanese in Italia, organizzata dall’Associazione Albania” in Toscana, Firenze “La settimana della Cultura Albanese” uno specchio importantissimo dell’arte figurativo, letterario e linguistico albanese, con mostre, concerti e conferenze sulla lingua e la cultura albanese, perché come dice il Marashi, “l’Amicizia fra i popoli si realizza con la conoscenza reciproca di storia, etnie, cultura usi e costumi con il dialogo rispettoso della dignità dei popoli superando reciprocamente le diversità che sono motivo di ricchezza e crescita per tutti”.
 
Marsela Koci


Distanza qe ndan Firencen me Milanon dhe Basilikaten esht me km larg, por kur behet fjala per komunitetin e tij, Doktor Vat Marashi km i shkurton ne minuta. Keshtu e ka filluar udhetimin e tij te punes edhe sot me shpirtin e bashkesise qe e vecon.Ne Milano, nje takim me pergjegjesit Rrjetit te Biznesmenve Shqiptar te sapo krijuar, tashme prezent ne Itali, dhe pak muaj me par te peruruar ne Milano, per te cilin dhe ne te InternationalWebPost kemi folur.
 
http://www.internationalwebpost.org/contents/Lind_Rrjeti_i_biznesmeneve_Shqiptare_ne_Milano_3462.html#.VxTfmnpS50I
 
I zgjedhur si Pergjegjes i Rrjetit te Bizneseve te Italis, Doktor Marashi nuk ndalet por con perpara me sukses dhe me zell punen e tij. Sot do tu prezantoj pergjegjesit te Rrjetit ne Milano Agim Kurti dhe Znj. Alma Abdihoxha, Plataformen e re te rrjetit dhe kordinatat per te filluar punen.
 
RIDAI (Rrjeti bizneseve Shqiptare ne Itali) esht gati per rinisje. “Dua te theksoj, -thot Marashi, - qe RIDAI do te thot me rijep nderin, kjo do te jet shenja dalluese e rrjetit ne Itali. Milano nis me anetaresimin e 7 bizneseve dhe do te ket si objektiv shtrirjen edhe me te gjere te saj per anetaresimin e bizneseve te reja. Takimi zhvillohet ne restorantin e Agim Kurtit “Il Gambero” i cili jeton tashme prej 25 vitesh ne Milano. Edhe kjo eshte nje dobi e rrjetit, thot Doktor Marashi, vizitojme dhe i japim rendesi punes se emigranteve tane, rrjeti do te jete i nevojshem per te punuar bashke per te gjithe ne dhe jo vetem individualisht.


Nese nuk punojme per veten tone, per komunitetin tone, si mund te punojme per te tjeret”, - me thot Marashi, me syte qe i shndrisin nga optimizmi dhe nga nje kenaqesi e papershkrueshme qe shpreh ndersa me tregon per udhetimet e tij plot takime me persona dhe histori unike, te pabesueshme, te lena pak mbrapa ne kohen e tyre dhe qe presin vetem momentin e duhur per tu treguar, presin njeriun e duhur per ti treguar dhe ai person tjeter nuk esht vec se Vat Marashi, i cili esht munduar gjithmone per te zbuluar dhe treguar identitetin e nje populli qe duket sikur po humbet por me pak vullnet ne te cilin nuk mungon, jo vetem qe mund te rigjendet por rindizet ne driten me te shndritshme te tij, ne historine e tij me te paimagjinueshme qe njerezimi s’do te donte te humbiste kurre. Eshte pikerisht ne udhetimin e tij drejt Basilikates, qe shkon te rigjeje ate cka vetem e pret, pasurine dhe trashegimine e popullit arberesh qe tjeter nuk deshiron vecse te ndertoje lidhjen e munguar me pjesen tjeter te tokes meme e te bashkesise se saj dhe pikerisht ketu rrjeti behet nje ure e domosdoshme midis komunitetit arberesh dhe komunitetit shqiptar te tanishem. Lindur nga ideja e Naim Dedushaj, Drejtor per Investime dhe Hulumtime ne Ministrine e Diaspores se Kosoves, rrjeti eshte nje oportunitet i madh jo vetem per vet sipermarresitpor edhe per gjithe komunitetin shqiptar ne diaspore. Vat Marashi e gjithe kordinatoret e tjere cojne perpara kete pune me pasion dhe besojne se vetem keshtu Diaspora shqiptare do te trajtohet si nje e vetme e pandashme.
 
Rrefimi i tij fillon nga nje Princ prej Mirdite, qe tashme fatkeqesisht ka nderruar jete. Princi kish qene shume afer familjes se Gonxhe Bojaxhi ate qe bota sot njef me emrin Nen Tereza e Kalkutes, shprehja me e gjalle e humanizmit dhe peruljes qe bota ka njohur. " po, sepse ajo grua e vogel e me zemer te madhe, ajo para se ciles perulet nje bote e gjithe ishte nje grua shqiptare, nje figure e rendesishme per vendin tone te e cila duhet te mbeshtetemi per te qene krenar, per te mundur te shikojme larg ne shqiptaret", - thot Doktor Marashi. Dhe shkon larg ne kohe deri ne kohet e Gjergj Kastriot Skenderbeut, heroit tone kombetar, figure e shquar ne luften kunder turqve jo vetem ne vendin tone por dhe ne shume vende te tjera te Europes qe mbajne ne sheshet e qyteteve te tyre statujen e tij, tamam si ajo ne Sheshin Skenderbe ne Tirane.
 
Na çon te Arbereshet, Doktori, emigrantet shqiptare qe arrijne ne Itali ne Shek. XV e XVI. Te emigruar pas vdekjes se Skenderbeut dhe te stabilizuar ne Bazilikat, Kalabri, Sicili e deri ne Pavia e Piacenca rreth Shek. XVIII. Quhen Arberesh sepse Shqiperia qe ata lane asaj kohe quhej Arberi. Sot numerohen 260 000 qe flasin gjuhen shqipe ne Itali. Nje vecori qe dallon arbereshet eshte aftesia e tyre per te ruajtur dhe çuar perpera jo vetem gjuhen, kulturen dhe kostumet popullore shqiptare por edhe ne perkujtimin e çdo feste, çdo date te rendesishme dhe ne ruajtjen e fese se tyre Kristian Ortodoks-Bizantine. Per traditat e tyre flasin gjuhetare, historian dhe letrar jo vetem ne nga Italia dhe Shqiperia por edhe nga vende te tjera te botes. Tregohet per festat qe ata festojne sikur nuk ndodh as me komunitetin shqiptar te sotem, festojne akoma 11 janarin ne kujtim te Skenderbeut, per te cilin flet dhe nje artikull shum i bukur i video-reporterit dhe gazetarit te talentuar me origjine shqiptare Arber Agalliu, qe jeton ne Toskane, jo rastesisht emri i tij mbart emrin e atdheut te tyre/tonin. http://frontierenews.it/2013/02/tradizioni-albanesi-custodite-dalle-comunita-arberesh-in-italia/

Duke u kthyer ne biseden me Doktor Marashin, pasi humbem ne historine e Arberesheve, risjellim ne ditet ton ate tjera aktivitete qe ai ka ndermarre dhe ka zhvilluar nder vitet e emigrimit ketu ne Itali dhe ne Sqiperi e Kosove. Atje ne vendin e tij Doktori esht perpjekur gjithmone qe te ndihmoje ne fushata preventive e kure per popullaten ne qytete te ndryshme por punen me te madhe e e sjell ketu ne Itali, ne sherbim te komunitetit shqiptar, pikerisht ne qytetin e Firences ku jeton prej 22 vitesh. I njohur si President i Keshillit te te Huajve ne Provincen e Firences, shqiptari Vat Marashi (i zgjedhur nga lista Albania ne Toskane, ne vitin 2008), prej vitesh zhvillon nje pune me rendesi shum te madhe per komunitetin shqiptar ne Toskane. Nepermjet shoqates se tij,” L’Albania in Toscana”, e krijuar ne vitin 1996 zhvillon aktivite te nje pasnjishme qe kane te bejne me tematika te lidhura ne perfshirjen dhe integrimin e shqiptareve ne shoqerine italiana.
 
“Puna u tregua shume e veshtire per shkak te kontrastit mes kerkesave te shqiptareve dhe pergjigjeve te istitucioneve dhe mas mediave qe ushqenin nje fryme mosbesimi dhe refuzimi drejt shqiptareve ne vitet e tyre te para ne emigrim”, - thote Marashi. Eshte i tij artikulli i 21 marsit te vitit 1997 i titulluar “ Ne te rinjte ebrenj te vitit 2000”, ku kritikon “Mirepritjen e rizervuar per shqiptaret qe ikin nga nje lufte civile e pergjakosur”. Gra , burra dhe femije te mbyllur neper kampe te rrethuara nga tela, te trajtuar si kafshe dhe te persekutuar nga masmedia qe nuk linin hapesire per reflektim.
 
Edhe pse me shume probleme per te perballuar, Shoqata ja doli mbane ne bashkepunim me institucione te ndryshme si: Bashkine e Firences, Provincen, Krahinen e Toskanes, Lagjet, Konferencen e Imigrimit, Keshillin territorial te imigrimit, Universitetin e Firences, Fondacionin Michelucci, Ong etj.
 
Shoqata organizon dhe kurse formimi per ndermjetes kulturor dhe konferenca te ndryshme mbi gjuhen dhe kulturen shqiptare, per te cilen Marashi vet ka nje njohje shum te thelle.

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